Versioni

Myguestcare è un brand Mycomp

webinar gratuito

Aumenta le prenotazioni con i pagamenti a rate. Scopri come con Myguestcare e Scalapay.
Non perdere l’appuntamento del 7 marzo! Posti limitati!

Myguestcare è un brand Mycomp

webinar gratuito

Aumenta le prenotazioni con i pagamenti a rate. Scopri come con Myguestcare e Scalapay.
Non perdere l’appuntamento del 7 marzo! Posti limitati!

Myguestcare è un brand Mycomp

webinar gratuito

Aumenta le prenotazioni con i pagamenti a rate. Scopri come con Myguestcare e Scalapay.
Non perdere l’appuntamento del 7 marzo! Posti limitati!

Tecnologia negli hotel: come superare paure e resistenze grazie a una leadership consapevole

Change-Management-hotel

in questo articolo

Introduzione

Nel mondo dell’hôtellerie italiana, parlare di tecnologia suscita spesso una reazione ambivalente: da un lato c’è la consapevolezza che l’innovazione sia necessaria per rimanere competitivi; dall’altro, una resistenza silenziosa — ma tenace — alimentata dalla paura di perdere il controllo, rallentare le operazioni o generare caos organizzativo.

Chi lavora in un hotel lo sa: ogni cambiamento, anche minimo, ha un impatto su una macchina operativa che funziona a ritmi altissimi. Aggiungiamoci l’elevato turnover del personale, la pressione costante della marginalità, e il timore (spesso fondato) che una “nuova piattaforma” possa peggiorare anziché migliorare le cose.

Ma allora perché alcune strutture riescono ad adottare nuove tecnologie con successo, mentre altre restano bloccate? La risposta non è solo nel software. È nella mentalità, nel metodo e soprattutto nella leadership.

 

1. Il paradosso dell’innovazione nel settore alberghiero

Siamo nel 2025, eppure molti hotel italiani — soprattutto quelli indipendenti — continuano a gestire operazioni cruciali con fogli Excel, WhatsApp e processi manuali. Non è per ignoranza tecnologica: è una scelta (più o meno consapevole) di non cambiare, almeno finché si riesce a tenere tutto sotto controllo.

E qui nasce il paradosso: tutti parlano di innovazione, ma pochi sono davvero pronti ad affrontarne le implicazioni. Perché innovare non significa solo “acquistare un sistema nuovo”. Significa mettere in discussione il modo in cui si è sempre lavorato. E questa, per molte strutture, è una minaccia identitaria prima ancora che organizzativa.

Secondo una recente indagine dell’Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo del Politecnico di Milano, solo il 30% degli hotel indipendenti italiani ha adottato in modo integrato sistemi digitali per la gestione dei reparti operativi. Il resto naviga ancora tra strumenti scollegati, soluzioni tampone e una certa diffidenza verso l’automazione.

Il motivo? In parte è economico. Ma molto più spesso è culturale e umano. Cambiare un processo consolidato, anche se inefficiente, richiede coraggio, tempo e una regia lucida. E finché questi elementi mancano, la tecnologia resta sulla carta. O, peggio, viene adottata male e abbandonata in fretta.

 

2. Le vere barriere: non è la tecnologia, è la gestione del cambiamento

Quando si parla di fallimenti nell’adozione tecnologica, si tende spesso a puntare il dito contro il sistema in sé: “Era troppo complicato”, “non funzionava bene”, “non era adatto al nostro hotel”. Ma nella maggior parte dei casi, il problema non è tecnico. È gestionale. Anzi, è umano.

Il vero ostacolo si chiama change management — la capacità (o incapacità) di guidare una transizione all’interno di un’organizzazione. E negli hotel, questa capacità viene spesso sottovalutata. Non perché manchi l’intelligenza, ma perché mancano il tempo, le risorse e la consapevolezza di quanto il cambiamento vada accompagnato, non solo comunicato.

Le paure silenziose del personale operativo

Chiunque abbia lavorato in un hotel lo sa: la pressione sul personale operativo è costante. Turni lunghi, ritmi frenetici, imprevisti quotidiani. In questo contesto, l’introduzione di un nuovo sistema — per quanto promettente — non viene vissuta come un miglioramento, ma come un rischio. Un’ulteriore complicazione da gestire, spesso in autonomia.

Molti dipendenti non lo diranno apertamente, ma lo pensano: “E se sbaglio? E se mi rallenta? E se perdo tempo con una cosa che non capisco?”
Sotto la superficie, si muovono paura del giudizio, ansia da prestazione, sfiducia nei confronti della “soluzione calata dall’alto”. E quando queste emozioni non vengono gestite, si traducono in resistenza passiva o rigetto attivo.

Turnover, stagionalità e formazione: il triangolo critico

La situazione si complica ulteriormente se consideriamo tre fattori strutturali tipici del mercato alberghiero italiano:

  • Turnover elevato: nuovi collaboratori ogni stagione, spesso con poca familiarità con i processi digitali.
  • Stagionalità forte: i periodi “ideali per formarsi” non esistono. O si lavora troppo, o si lavora poco e manca la motivazione.
  • Formazione inefficace o assente: troppo spesso delegata a manuali PDF o corsi generici che non rispondono ai bisogni reali del personale.

In questo contesto, la tecnologia non può funzionare da sola. Va introdotta con metodo, accompagnata da una visione strategica e soprattutto da una leadership capace di leggere e gestire il cambiamento a livello umano.

 

3. Il ruolo della leadership: guida, non imposizione

Una delle convinzioni più diffuse — e più pericolose — nel mondo alberghiero è che basti “comprare un buon sistema” perché le cose cambino da sole. Ma la realtà è ben diversa: una tecnologia funziona solo se chi la guida sa farsi seguire.

Nel contesto dell’hôtellerie, la leadership non è solo una questione di ruoli formali. È una responsabilità diffusa che coinvolge direttori, responsabili F&B, revenue manager e perfino capi reparto. E quando il cambiamento arriva, sono loro i primi a dover “indossare la divisa” e farsi carico della transizione.

L’adozione tecnologica parte (e spesso si ferma) dalla direzione

Il personale segue i segnali che riceve dall’alto. Se la direzione comunica entusiasmo, coinvolgimento e visione, il team si sentirà parte di qualcosa di utile. Se, al contrario, il cambiamento viene presentato come un obbligo, un’imposizione o peggio ancora lasciato alla deriva (“ve lo spiega il tecnico”), scatterà la chiusura.

Un sistema innovativo senza una leadership consapevole è come un piano ben scritto senza chi lo suona.

Comunicare bene è più importante che comunicare tutto

Una delle trappole in cui molti manager cadono è quella dell’eccesso informativo. File condivisi, slide, video tutorial, procedure: tutto utile… se il personale avesse il tempo (e la voglia) di studiarli. Ma nella pratica alberghiera, ciò che conta è la chiarezza, non la quantità.

Ecco alcuni esempi di comunicazione interna efficace:

  • Annuncio del cambiamento in modo chiaro, positivo, concreto


    “Nei prossimi giorni introdurremo un nuovo sistema per semplificare le comande. Vi aiuterà a lavorare con più rapidità, meno errori e meno carta.”
  • Coinvolgimento preventivo dei capi reparto


    Incontri brevi e informali per capire timori e raccogliere suggerimenti prima del lancio.
  • Uso di ambasciatori interni


    Coinvolgere un cameriere esperto o un receptionist fidato per testare il sistema in anticipo e poi affiancare i colleghi.
  • Presenza attiva dei manager nei primi giorni di utilizzo


    “Vi affianco io stesso per le prime ore. Se c’è qualcosa che non torna, lo sistemiamo insieme.”

Leadership è anche ascolto (soprattutto post go-live)

Una buona leadership non si misura solo nella fase di lancio, ma nella capacità di monitorare, correggere e supportare dopo. Ascoltare il feedback, intervenire sui piccoli attriti, celebrare i miglioramenti ottenuti: sono questi i gesti che trasformano una novità in abitudine e un sistema in risorsa.

 

Teamwork-hotel

 

4. Cosa possono (e devono) fare i vendor tecnologici

Anche il miglior prodotto fallisce, se non è accompagnato da una strategia di adozione pensata per l’ambiente in cui verrà usato. E il mondo alberghiero non è un ambiente qualunque: è fatto di ritmi frenetici, cambi turno improvvisi, personale eterogeneo e una pressione costante sul servizio.

Per questo motivo, i fornitori tecnologici che vogliono davvero avere impatto nel settore hospitality devono uscire dalla logica “prodotto-centrica” ed entrare nella logica “utente-centrica”. Tradotto: non basta avere una piattaforma potente, serve che sia comprensibile, applicabile e digeribile per chi lavora ogni giorno con clienti davanti e poco margine d’errore.

1. Formazione snella, mirata, continua

Uno dei punti deboli più comuni nei rollout tecnologici è la formazione. Spesso troppo tecnica, troppo lunga o troppo teorica. I vendor più efficaci stanno già adottando modelli nuovi:

  • Contenuti brevi e visivi, pensati per essere fruiti in 5-10 minuti tra un turno e l’altro.
  • Formazione basata sui ruoli: il cameriere ha bisogno di sapere una cosa, il maître un’altra, il responsabile ancora un’altra.
  • Accesso mobile-first, perché non tutti hanno una postazione fissa per seguire un training.

L’obiettivo? Fare in modo che ogni collaboratore possa imparare solo ciò che gli serve, quando gli serve, senza appesantire la routine operativa.

2. Supporto durante il go-live (non solo prima)

Molti hotel lamentano la stessa cosa: “Il commerciale era bravissimo… poi, una volta firmato il contratto, ci hanno lasciati soli”.
Il momento critico, invece, è proprio il go-live, quando tutto viene messo alla prova nella realtà del servizio.

I vendor migliori:

  • inviamo personale dedicato onsite o online durante le prime ore/gg di utilizzo reale;
  • forniamo supporto con chat attive, risposta rapida, assistenza di secondo livello;
  • aiutano a risolvere micro-problemi in tempo reale, evitando che si trasformino in scuse per tornare “al vecchio metodo”.

3. Interfacce intuitive: pensate per la velocità, non per l’estetica

Chi lavora in F&B non ha tempo di leggere istruzioni. Le interfacce devono:

  • parlare un linguaggio semplice e visivo;
  • ridurre al minimo i click e i passaggi;
  • adattarsi a operatori che potrebbero non essere digitalmente esperti.

Un buon sistema non deve mai far pensare. Deve diventare parte fluida del servizio, non un ostacolo.

4. Co-creazione e adattabilità

Infine, un vendor davvero alleato è quello che ascolta il contesto del cliente e adatta la soluzione, anziché spingerla così com’è. In hotel con flussi operativi unici o una cultura molto radicata, il compromesso è fondamentale. Anche una piccola modifica nell’ordine di visualizzazione o nel modo in cui si genera un report può fare la differenza tra adozione e abbandono.

 

5. Casi reali: quando la tecnologia ha funzionato (per davvero)

Hotel Luna Blu – L’adozione graduale di un CRM per valorizzare la relazione con l’ospite

L’Hotel Luna Blu è una struttura 4 stelle a gestione familiare sulla costa toscana, con 54 camere, un ristorante interno e un’alta percentuale di ospiti abituali. Da anni, la direzione desiderava ottimizzare la comunicazione con i clienti, personalizzare le offerte e migliorare il riempimento nei periodi di bassa stagione. Tuttavia, ogni tentativo di digitalizzazione si era scontrato con due grandi ostacoli: timore del personale e scarsa propensione all’uso di strumenti tecnologici.

Nel 2023, la svolta: la proprietà decide di introdurre un CRM pensato per l’hospitality, con l’obiettivo di raccogliere in modo strutturato i dati degli ospiti, inviare comunicazioni mirate e costruire relazioni durature.

Cosa ha funzionato:

  1. Un piano di adozione guidato dalla direzione
    • Invece di “calare” il sistema dall’alto, la direzione ha coinvolto fin da subito il front office in sessioni brevi di ascolto: “Cosa vi fa perdere più tempo oggi? Come potremmo far sentire gli ospiti più coccolati?”
    • Questo ha permesso di inquadrare il CRM non come un controllo, ma come uno strumento per lavorare meglio e fare bella figura con il cliente.
  2. Formazione in pillole, personalizzata per i diversi ruoli
    • Il ricevimento ha ricevuto mini-video di 5 minuti per imparare a raccogliere dati nel check-in e aggiornare le schede cliente.
    • Il responsabile marketing ha seguito sessioni più approfondite su segmentazione, automazioni, campagne.
    • Il personale F&B ha avuto solo una breve introduzione alla lettura delle preferenze ospite (intolleranze, preferenze di tavolo, ecc.).
  3. Supporto in fase di go-live
    • Il vendor ha affiancato il team durante il primo fine settimana con il sistema attivo.
    • Ha risolto dubbi in tempo reale e ha proposto micro-adattamenti (es. nuove etichette nei campi, template email più semplici).

I risultati dopo 6 mesi:

  • Il tasso di ritorno è aumentato del 12% grazie a campagne personalizzate inviate ai clienti “dormienti”.
  • Il personale di ricevimento ha iniziato spontaneamente ad aggiornare le note ospite con dettagli utili.
  • Il sentiment online è migliorato grazie a piccole attenzioni emerse proprio dai dati raccolti (“Bentornato signor Rossi, come è andata l’escursione dell’anno scorso?”).

Il CRM non ha solo portato automazione. Ha aiutato a umanizzare la relazione, rendendola più curata e più efficace. E tutto questo è stato possibile non perché la tecnologia fosse perfetta, ma perché la direzione l’ha introdotta con intelligenza e gradualità.

 

Cambiamento-hotel

 

6. Strategie pratiche per una transizione efficace

Quando si parla di innovazione tecnologica, il problema non è quasi mai il se, ma il come. Molti manager sanno che devono cambiare. Ma il passaggio dalla teoria alla pratica richiede metodo, pazienza e piccoli passi concreti. Ecco alcune strategie collaudate per affrontare la transizione tecnologica in modo sostenibile e condiviso.

Inizia in piccolo, ma parti

Una delle ragioni per cui i progetti di digitalizzazione si arenano è che si cerca di fare tutto subito. Cambiare il gestionale, il CRM, il sistema prenotazioni, la comunicazione interna… tutto insieme.

Meglio partire da un punto preciso, con un obiettivo chiaro.
Ad esempio: “Vogliamo raccogliere meglio i dati cliente e usarli per comunicare in modo personalizzato”.
Un progetto mirato, con benefici misurabili, aiuta a generare fiducia e motivazione per step successivi.

Coinvolgi gli ambasciatori interni

In ogni hotel ci sono figure chiave — a volte non ufficiali — che hanno la fiducia del team. Un maître storico, una receptionist esperta, un cameriere carismatico. Sono loro i veri “influencer” interni.

Coinvolgili fin da subito, fagli testare la tecnologia in anteprima, chiedi feedback, rendili parte del processo. Saranno i tuoi migliori alleati quando si tratterà di “portare a bordo” il resto della squadra.

Mappa i benefici… e comunicali

Il team deve sapere perché si cambia. Ma non in modo astratto.

  • “Con questo sistema risparmierai 5 minuti per ogni check-in.”
  • “Riceverai meno telefonate inutili grazie agli alert automatici.”
  • “Non dovrai più riscrivere le richieste speciali: saranno già nella scheda ospite.”

Comunicare benefici concreti, legati alla quotidianità, aiuta a superare la diffidenza. E rende il team partecipe, non spettatore.

Dai tempo al cambiamento

Ogni innovazione ha una curva di adozione. All’inizio sembra tutto più difficile, poi si migliora, poi arriva il momento in cui non si tornerebbe più indietro.

Accetta la fase iniziale di assestamento.
Previeni frustrazione, affianca chi ha più difficoltà, celebra i piccoli traguardi. Un sistema nuovo ha bisogno di settimane — a volte mesi — per diventare naturale. Ma quando succede, la differenza si vede (e si sente).

 

Conclusione: la tecnologia non basta, serve cultura del cambiamento

In un settore in cui ogni secondo conta, ogni ospite ha aspettative crescenti e ogni errore può costare caro, innovare è una necessità. Ma la vera sfida non è tecnica. È culturale.

La tecnologia, da sola, non risolve nulla. Anzi, può peggiorare la situazione se introdotta male, imposta con superficialità o vissuta come una minaccia dal personale.

La differenza la fa chi guida.

I manager che ascoltano, comunicano, coinvolgono e sostengono la transizione diventano ponti tra l’innovazione e il servizio. Fanno della tecnologia un alleato concreto, e non un altro problema da gestire.

Il cambiamento, se guidato con intelligenza e umanità, non è mai un salto nel vuoto. È un percorso — magari a tratti faticoso — verso un modo più efficace, sostenibile e gratificante di fare ospitalità.

 

FAQ – Domande frequenti sull’adozione tecnologica in hotel

Quanto tempo serve davvero per implementare un nuovo sistema in hotel?

Dipende dalla complessità della soluzione e dalla preparazione del team. In media, per un CRM o un sistema F&B, si va da 2 a 6 settimane tra configurazione, formazione e go-live. L’adozione completa richiede alcuni mesi.

Come gestire il personale che ha poca familiarità con il digitale?

Con formazione modulare, supporto costante e soprattutto ascolto. Coinvolgere figure fidate del team come tutor interni può fare la differenza.

Come faccio a capire se una tecnologia porterà davvero ROI?

Chiedi al vendor dati specifici su efficienza operativa, aumento del ritorno ospiti, riduzione errori, ecc. Definisci indicatori chiari prima del lancio e monitorali dopo 3 e 6 mesi.

Vale la pena innovare anche in un hotel di piccole dimensioni?

Assolutamente sì. Anzi, nei piccoli hotel l’impatto può essere ancora più evidente, perché i miglioramenti sono immediatamente percepibili sia dal team che dagli ospiti.

 

Se stai valutando l’adozione di un nuovo sistema CRM per il tuo hotel, il momento giusto per iniziare è quando puoi farlo con metodo, supporto e persone giuste al tuo fianco.

MyGuestCare nasce proprio da questa esigenza: offrire una tecnologia che semplifica, non complica. Intuitiva, modulare e pensata per chi vive ogni giorno l’ospitalità, non solo per chi la gestisce da dietro una scrivania.

Scopri come possiamo aiutarti a trasformare la relazione con i tuoi ospiti, partendo dalle tue reali esigenze: www.myguestcare.com

Resta aggiornato

Vuoi scoprire nuovi trucchi e consigli per ottenere di più dalla tua struttura ricettiva?

Lorem ipsum

prenotazioni reception hotel

Connettiti con noi

Newsletter

Iscriviti alla nostra newsletter per non perderti aggiornamenti sul settore alberghiero, l’uscita di nuovi bandi e finanziamenti, offerte stagionali e tanto altro! 

Con Myguestcare sei sempre sul pezzo!

Vuoi ricevere aggiornamenti sul mercato e sui finanziamenti statali per Hotel e altre strutture ricettive turistiche? Vuoi scoprire nuovi trucchi e consigli per lavorare al meglio nell’Hospitality?

Iscriviti alla nostra Newsletter!