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Dal check-out alla prossima prenotazione: come mantenere viva la relazione con l’ospite

Guest-relationship-management

in questo articolo

Introduzione – “La fine del soggiorno non è la fine della relazione”

Nel mondo dell’hospitality, si dedica tempo, energia e risorse a ogni fase che precede il soggiorno: il sito deve essere perfetto, l’esperienza di prenotazione fluida, la comunicazione impeccabile. Durante il soggiorno, tutto ruota attorno all’accoglienza, alla cura del dettaglio, al sorriso del personale. Ma poi?

Poi, spesso, cala il silenzio.

Il check-out diventa una linea di confine non solo logistica, ma anche relazionale. L’ospite saluta, lascia la stanza… e scompare dai radar. Nessun follow-up, nessun ringraziamento, nessuna proposta per un futuro ritorno. Come se quella relazione – appena costruita – non avesse più valore.

Eppure, è proprio dopo il check-out che comincia il vero viaggio del cliente. Un viaggio fatto di ricordi, di confronti, di ritorni possibili. Un viaggio che, se gestito bene, può trasformarsi in una seconda prenotazione, in una recensione positiva, o in una raccomandazione fatta con convinzione.

Ecco perché, oggi più che mai, la relazione con l’ospite va coltivata anche dopo la sua partenza.

 

1. L’errore più diffuso: trattare ogni cliente come un visitatore di passaggio

In Italia, la maggior parte degli hotel – dai boutique alle strutture a 4 stelle – cade in un’abitudine silenziosa, ma costosa: trattare ogni soggiorno come un evento isolato.

L’ospite arriva, soggiorna, riceve un servizio curato e professionale, poi se ne va. E con lui se ne va anche l’opportunità più grande: continuare quella relazione nel tempo.

È un errore comprensibile. Ogni giorno ci sono stanze da riempire, OTA da gestire, tariffe da ottimizzare, preventivi da inviare. Ma proprio in questa frenesia si perde di vista un concetto semplice: non esiste miglior cliente di chi ti conosce già e si è trovato bene.

Purtroppo, i dati lo confermano:

  • Solo una piccola percentuale di hotel italiani mantiene una comunicazione attiva con gli ex clienti.
  • Le email post-soggiorno sono spesso generiche o del tutto assenti.
  • Le promozioni mirate a clienti già acquisiti sono rarissime.

Il risultato? Quando quell’ospite tornerà nella tua città – magari sei mesi dopo – non penserà spontaneamente a te. Aprirà Booking, vedrà decine di alternative, e sceglierà in base a prezzo e foto. Tu sarai solo “uno dei tanti”.

Non perché il soggiorno non fosse memorabile. Ma perché tu, semplicemente, non c’eri.

 

2. Perché le relazioni durature sono l’asset più sottovalutato dell’hospitality

Nel marketing si parla spesso di “customer lifetime value” — il valore complessivo che un cliente può generare nel tempo. Ma nell’ospitalità, questo concetto fatica ancora a trovare applicazione concreta. Per molti albergatori, ogni ospite viene ancora visto come un caso singolo, anziché come un potenziale ambasciatore del brand.

Eppure, pensiamoci un attimo: chi è l’ospite perfetto?
Non è forse colui che:

  • ha già soggiornato,
  • conosce la struttura,
  • si è trovato bene,
  • ed è disposto a tornare (o a parlare bene di te)?

Coltivare questa relazione non è solo buona educazione. È una scelta strategica.
Gli hotel che instaurano un dialogo post-soggiorno vedono crescere indicatori come:

  • il tasso di ritorno (repeat business),
  • la qualità delle recensioni,
  • la percentuale di prenotazioni dirette,
  • e perfino il valore percepito del brand.

Ma c’è di più: nel contesto dell’ospitalità esperienziale, come i boutique hotel o le strutture family-run, la relazione umana è spesso il fattore distintivo. Il cliente non cerca solo una stanza con vista, ma un volto amico, una voce familiare, un luogo che lo faccia sentire “di casa”.

Eppure, se al check-out lo lasciamo andare senza un arrivederci personalizzato, senza una carezza digitale nei mesi successivi, stiamo rinunciando all’elemento più potente che ci distingue dalle grandi OTA: la relazione.

Il CRM, in questo senso, non è un sistema tecnico. È un ponte relazionale. Un modo per dire: “Sappiamo chi sei. Ti ricordiamo. E ci piacerebbe rivederti”.

 

Check-out-hotel

 

3. Il CRM come alleato silenzioso ma costante

In un mondo dove tutto cambia velocemente — tariffe, stagionalità, richieste dei clienti — c’è un elemento che può offrire continuità: la relazione. E mantenerla viva, oggi, è possibile anche senza tempo da dedicare o staff extra da assumere. Il CRM (Customer Relationship Management) lo fa per te. In silenzio. Ma ogni giorno.

Un CRM ben impostato per il settore alberghiero è molto più di una rubrica con i nomi degli ospiti. È un motore di relazione automatica e personalizzata che ti permette di:

  • Inviare email post-soggiorno personalizzate, con un semplice “grazie per averci scelto” e magari un invito a lasciare una recensione.
  • Raggiungere gli ospiti nei momenti chiave: anniversario della prenotazione, festività, compleanno, o l’arrivo della nuova stagione nella tua destinazione.
  • Segmentare il pubblico in base a tipologia di soggiorno, spesa media, interessi, comportamenti: in questo modo, ogni comunicazione è rilevante e non invasiva.
  • Creare campagne di riattivazione automatica, per chi non prenota da un certo periodo, offrendo magari un incentivo esclusivo per il ritorno.

Ed è tutto automatizzato: una volta impostato il flusso, il sistema lavora per te. Nessuna fatica mentale in più, nessun tempo sottratto alle urgenze quotidiane.

Dal file che hai condiviso emergono insight molto chiari: i manager vogliono sentirsi in controllo, minimizzare l’ansia da perdita di prenotazioni, evitare mille strumenti separati e… non doverci pensare ogni giorno.

Ecco perché un CRM moderno, integrato nel tuo sistema gestionale e connesso con il tuo booking engine, non è un software in più. È un’estensione silenziosa della tua ospitalità. Una mano invisibile che continua a dire: “Ci sei mancato. Ti aspettiamo”.

 

4. Cosa succede quando tieni viva la relazione?

A volte, nel mondo degli hotel, si ha la sensazione che “i numeri parlino più forte delle emozioni”. Ma quando si tratta di fidelizzazione, i numeri e le emozioni giocano dalla stessa parte.

Un ospite che si sente ricordato, riconosciuto e stimato è un ospite che ha molte più probabilità di tornare. E un ospite che torna è più profittevole, più veloce da convincere, più propenso a prenotare direttamente.

Ecco cosa cambia, in concreto:

  • Aumenta il tasso di ritorno: secondo diverse analisi del settore, gli hotel che utilizzano CRM con automazioni personalizzate registrano un incremento tra il 15% e il 30% delle prenotazioni ripetute.
  • Migliora il passaparola: ospiti fidelizzati tendono a parlare positivamente della struttura, con familiari, amici e online. Questo ha un effetto moltiplicatore difficile da misurare… ma potentissimo.
  • Si riduce la dipendenza dalle OTA: ogni ritorno diretto è una prenotazione che non passa da Booking o Expedia. Meno commissioni, più margine, più controllo sulla relazione.
  • Cresce il valore medio per ospite (CLV): non solo torna, ma spesso spende di più. Perché si fida. Perché sente di “appartenere” al tuo hotel.

E poi c’è un effetto meno misurabile, ma altrettanto importante: il senso di continuità.
Gli hotel che mantengono vive le relazioni non ripartono da zero ogni mese, non combattono ogni giorno per riempire tutte le stanze. Lavorano con una base di clienti che si autoalimenta.

È un piccolo ma poderoso cambiamento di mentalità: da “vendere camere” a “costruire relazioni”.

 

Repeater-guest-hotel

 

5. Check-list operativa: come mantenere viva la relazione dopo il check-out

Questa è una guida semplice per partire subito, anche se non hai ancora un CRM o se vuoi migliorare quello che già usi.

Prima della partenza

  • Invio automatico di un messaggio di ringraziamento personalizzato.
  • Chiedi il consenso per ricevere future comunicazioni (privacy & marketing).
  • Aggiorna il profilo dell’ospite nel CRM con note sul soggiorno, preferenze, feedback.

Entro 48 ore dal check-out

  • Email post-soggiorno con ringraziamento e invito alla recensione.
  • Domanda semplice: “Come possiamo migliorare?” (aumenta engagement e qualità dati).
  • Se hai PMS e CRM integrati, imposta il “tracciamento silenzioso” dei ritorni sul sito.

Entro 1 mese

  • Email “riconoscimento”: “È passato un mese, e ci fa piacere risentirti”.
  • Offerta mirata (es. sconto fedeltà, upgrade gratuito per il ritorno).
  • Contenuto utile: eventi, guide locali, aggiornamenti sulla struttura.

Nei 6 mesi successivi

  • Email automatizzata per festività, compleanni o date speciali.
  • Re-engagement email se non ci sono state aperture/click.
  • Segmentazione ospiti: nuovi, abituali, inattivi → con messaggi personalizzati.

Quando torna a prenotare

  • Riconosci la fedeltà con un messaggio personalizzato al check-in.
  • Invia email post-prenotazione che lo faccia sentire atteso e speciale.
  • Riattiva il ciclo e aggiorna il CRM.

 

Conclusione – “L’ospitalità non si spegne con le luci della camera”

L’ospitalità, quella vera, non finisce quando l’ospite restituisce la chiave.
Finisce — se proprio deve finire — quando smettiamo di farlo sentire importante.

Eppure, oggi abbiamo gli strumenti per prolungare la magia dell’accoglienza, per trasformare un semplice soggiorno in una relazione continuativa. Il CRM, in questo senso, non è tecnologia fredda. È un modo umano, pensato e automatizzato di rimanere presenti, anche a distanza.

Non serve essere una grande catena internazionale. Anche il più piccolo boutique hotel può dire: “Ti ricordiamo. Torna quando vuoi.”

In un mercato dove ogni euro speso in visibilità ha un ROI sempre più incerto, investire nel legame con chi ti ha già scelto è una scelta di intelligenza e di identità.

E se il tuo prossimo ospite fosse proprio quello che è appena andato via?

 

FAQ – Domande frequenti degli albergatori italiani sul CRM post-soggiorno

1. Ho poco tempo e staff ridotto. Davvero posso gestire un CRM?

Sì, se è ben configurato. Un CRM automatizzato fa il grosso del lavoro per te. Una volta impostati i flussi principali, funziona da solo, 24/7.

 

2. Ma non rischia di “disturbare” l’ospite?

Solo se il messaggio è generico o fuori contesto. Con una buona segmentazione e un tono empatico, le comunicazioni vengono percepite come attenzione, non promozione.

 

3. Il CRM è solo per hotel grandi?

Assolutamente no. Boutique hotel, B&B di charme e strutture indipendenti possono trarne enormi vantaggi, proprio perché basano tutto sulla relazione personale.

 

4. È utile anche se il mio hotel lavora molto con clientela internazionale?

Sì. Puoi impostare comunicazioni multilingua, tradurre flussi automatici e personalizzare le campagne in base alla provenienza dell’ospite.

 

5. Come capisco se sta funzionando?

Guarda questi indicatori:

  • Tasso di ritorno degli ospiti
  • Prenotazioni dirette
  • Tasso di apertura e click delle email
  • Recensioni post-soggiorno
  • Percentuale di clienti che tornano entro 12 mesi

6. E se ho già un PMS, devo cambiare tutto?

No. I CRM moderni, come Myguestcare, si integrano con il PMS in uso. Il segreto è scegliere uno strumento che si colleghi bene al tuo ecosistema attuale.

 

Se vuoi iniziare a risparmiare davvero e a fidelizzare chi ha già scelto il tuo hotel, il momento è adesso.

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